Il nodulo della tiroide, singolo o multiplo, è tra le patologie endocrine più frequenti.
Spesso il riscontro di un nodulo avviene in modo casuale in conseguenza dell’uso sempre più diffuso della valutazione ecografica della regione cervicale o del doppler dei vasi del collo.

La palpazione permette di rilevare dal 5 al 20% dei noduli, mentre la valutazione ecografica mostra una prevalenza tra il 16 e il 67 % a seconda delle casistiche.

Alla palpazione si apprezzano solitamente i noduli con diametro maggiore di 1 cm, a meno che il nodulo non sia molto superficiale o localizzato all’istmo, in tal caso si apprezzano anche noduli di dimensioni minori.
La prevalenza dei noduli tiroidei è maggiore nei soggetti di sesso femminile; fortunatamente le probabilità che un nodulo tiroideo sia maligno non sono particolarmente elevate, anche se non si possono definire esattamente minimali (5-10% circa).

La diagnosi dei noduli tiroidei si avvale, oltre che di una accurata anamnesi, dell'esame obiettivo cervicale, del dosaggio di a) TSH, b) ormoni tiroidei (fT3 ed fT4), c) calcitonina, d) anticorpi antitiroide (AbTG ed AbTPO), e) tireoglobulina, dell'ecografia del collo, della scintigrafia tiroidea e, infine, dell'esame citologico mediante agoaspirato.

In caso di noduli benigni non iperfunzionanti la strategia terapeutica può limitarsi al semplice controllo ecografico periodico con monitoraggio del profilo funzionale tiroideo. Piccoli noduli che si dimostrino stabili nel tempo non necessiteranno particolari accorgimenti terapeutici; nel caso in cui i noduli mostrino una spiccata tendenza all'accrescimento con conferma della benignità citologica potrà essere appropriata una terapia con levo-tiroxina a dosaggio semisoppressivo del TSH; nel caso, invece, in cui i noduli presentino dimensioni tali da essere scarsamente tollerati dal paziente dal punto di vista estetico o determinino compressione sulle strutture adiacenti (trachea, esofago, nervi laringei e vasi del collo) deve essere presa in considerazione l'asportazione chirurgica che, in casi selezionati, si limiterà alla lobo-istmectomia, lasciando il lobo non interessato dalla patologia nodulare in sede e minimizzando le probabilità di dover ricorrere a terapia sostitutiva con levo-tiroxina dopo l'intervento.

In caso di noduli benigni iperfunzionanti (Adenomi di Plummer) la strategia terapeutica potrà essere medica (terapia con farmaci antitiroidei come tiamazolo o propiltiouracile), medico-nucleare (terapia con iodio-131) o chirurgica.

In caso di noduli di dimensioni significative ed a citologia francamente maligna o ad elevato sospetto di malignità l'approccio dovrà essere necessariamente chirurgico con eventuale ablazione del residuo tiroideo post-chirurgico mediante terapia medico-nucleare con iodio-131 in caso di interventi radicali.